La galleria del costume Palazzo Pitti
La galleria del
costume contiene una collezione che compresi gli oggetti in deposito, arriva a
più di 6000 manufatti. Attraverso le selezioni espositive, si documenta il variare della
struttura dell’abito, in particolar modo quello femminile dal XVIII , all’inizio del XX secolo, spesso realizzati con
pregiati tessuti broccati, mentre, all’affacciarsi del secolo successivo,
predomina l’abito in stile Impero, dalla linea diritta e la vita alta. Negli
anni Settanta influssi
di abbigliamento alternativo (hippy, etnico) fanno sentire la loro presenza
nelle ricerche di materiali e stilemi grafici. L’alta moda recede di fronte
all’affermarsi del prệt à porter.
Negli anni Ottanta è ormai la griffe fortemente caratterizzata dai suoi creatori che predomina. La fine del decennio, così come il successivo, è all’insegna dell’eclettismo e la creatività degli stilisti si apre ad ogni stimolo esterno, ad ogni suggerimento che viene dal passato e a tutto ciò che si presta ad essere reinterpretato. All’inizio del nuovo millennio, si possono individuare due correnti opposte e complementari: una esuberante ed esplosiva, l’altra apparentemente più tradizionale, più aderente ai canoni correnti.
Negli anni Ottanta è ormai la griffe fortemente caratterizzata dai suoi creatori che predomina. La fine del decennio, così come il successivo, è all’insegna dell’eclettismo e la creatività degli stilisti si apre ad ogni stimolo esterno, ad ogni suggerimento che viene dal passato e a tutto ciò che si presta ad essere reinterpretato. All’inizio del nuovo millennio, si possono individuare due correnti opposte e complementari: una esuberante ed esplosiva, l’altra apparentemente più tradizionale, più aderente ai canoni correnti.
Non solo, ci sono anche accessori, costumi
teatrali e cinematografici di grande rilevanza documentaria. È anche l'unico
museo italiano a tracciare una storia dettagliata delle mode che si sono
susseguite, grazie anche alla presenza di numerosi esemplari prestigiosi di
celeberrimi stilisti italiani e stranieri come Valentino, Giorgio Armani,
Gianni Versace, Emilio Pucci, Ottavio Missoni, eccetera.
La maggior parte degli
esemplari proviene da donazioni pubbliche e private, a volte con la cessione di
interi guardaroba di personaggi celebri, di grandissima rilevanza storica oltre
che estetica. Per la fragilità degli oggetti esposti le collezioni ruotano periodicamente
almeno ogni due anni.
Di straordinario rarità del museo sono stati i
vestiti funebri del granduca Cosimo I de' Medici, di sua moglie Eleonora di
Toledo e del loro figlio don Garzia, deceduto a quindici anni a causa della
malaria.
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