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sabato 11 maggio 2013

galleria del costume Palazzo Pitti


La galleria del costume Palazzo Pitti



La galleria del costume contiene una collezione che compresi gli oggetti in deposito, arriva a più di 6000 manufatti. Attraverso le selezioni espositive, si documenta il variare della struttura dell’abito, in particolar modo quello femminile dal XVIII , all’inizio del XX secolo, spesso realizzati con pregiati tessuti broccati, mentre, all’affacciarsi del secolo successivo, predomina l’abito in stile Impero, dalla linea diritta e la vita alta. Negli anni Settanta influssi di abbigliamento alternativo (hippy, etnico) fanno sentire la loro presenza nelle ricerche di materiali e stilemi grafici. L’alta moda recede di fronte all’affermarsi del prệt à porter.
Negli anni Ottanta è ormai la griffe fortemente caratterizzata dai suoi creatori che predomina. La fine del decennio, così come il successivo, è all’insegna dell’eclettismo e la creatività degli stilisti si apre ad ogni stimolo esterno, ad ogni suggerimento che viene dal passato e a tutto ciò che si presta ad essere reinterpretato. All’inizio del nuovo millennio, si possono individuare due correnti opposte e complementari: una esuberante ed esplosiva, l’altra apparentemente più tradizionale, più aderente ai canoni correnti. 
 Non solo, ci sono anche accessori, costumi teatrali e cinematografici di grande rilevanza documentaria. È anche l'unico museo italiano a tracciare una storia dettagliata delle mode che si sono susseguite, grazie anche alla presenza di numerosi esemplari prestigiosi di celeberrimi stilisti italiani e stranieri come Valentino, Giorgio Armani, Gianni Versace, Emilio Pucci, Ottavio Missoni, eccetera.
La maggior parte degli esemplari proviene da donazioni pubbliche e private, a volte con la cessione di interi guardaroba di personaggi celebri, di grandissima rilevanza storica oltre che estetica. Per la fragilità degli oggetti esposti le collezioni ruotano periodicamente almeno ogni due anni.
Di straordinario rarità del museo sono stati i vestiti funebri del granduca Cosimo I de' Medici, di sua moglie Eleonora di Toledo e del loro figlio don Garzia, deceduto a quindici anni a causa della malaria.

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