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sabato 23 marzo 2013

Appunti 2° lezione



L'abito ha tre punti fondamentali per i quali esiste:
  • protezione ( spirituale e/o psicologica)
  • pudore
  • prestigio (distinzione)
In tempi antichi si pensava che fasciando il neonato alla nascita si sarebbe allontanato la morte, in quanto la fascia avrebbe dato le sembianze di un bimbo già morto, e quindi non interessante, era ovviamente un protezione psicologica.
Alcune donne oggi, per allontanare il male, si intingono il corpo di rosso, poiché colore del sangue e della vita.

Il pudore va in secondo alla cultura, quindi si muove e cambia. Vediamo infatti che in un dipinto di Rubens del '600 egli ritrae una donna nuda legata con a fianco un uomo vestito, accontentando il cliente e non essendo ritenuto volgare, poiché la donna ritratta non esiste.
Con "Status Symbol" si intente un elemento che grazie all'aspetto o al comportamento tende a mostrare che il possessore ha raggiunto un certo livello ti ricchezza personale, potere, o semplicemente status sociale.
Nel '500 ci fu un'enfatizzazione delle parti nascoste, mettendole in risalto con mascheroni, corsetti a "v" che terminavano appunto sul pube, o con la brachetta ( conchiglia ) la quale diventò un vero e proprio status symbol del periodo,diminuendo o crescendo di dimensioni in base al rango a cui si apparteneva.
La donna con la pelliccia vuole trasmettere un senso di sottomissione ma anche di trasgressione, in quanto donna oggetto ma anche cacciatrice.

Attraverso l'abito si esprime ogni tipo di concetto: politico, sociale, religioso ecc.. Costume e moda permettono una vera e propria comunicazione senza parole.
Il prestigio sociale viene espresso, e di conseguenza, percepito, viene copiato o preso di riferimento.
I wodaabe, nomadi della Nigeria e Senegal, usano il prestigio della veste per l'arte del pavone, sfoggiando si può dominare.
Il velo in testa nasce dai Romani e dai Greci. delle donne nobili, lavoratrici di tessuti, si intravede la pelle chiara, mentre delle povere lavoratrici di campi, la carnagione scura e abbronzata. Negli anni '20 questo concetto si inverte (shift) Nella moda delle società patriarcali vediamo spesso il controllo del corpo, modificarlo e deformarlo, dandogli la figura che si vuole tramite la forma. Alcuni esempi sono il corsetto, che deformava il corpo della donna e la rendeva debole così da poterla dominare, e le scarpe piccole della cultura cinese, per diminuire le dimensioni del piede e impedirne la fuga. Questo nasce per il controllo della generazione o per avere la certezza di figli legittimi, le donne d'altro canto si sentono importanti, poichè piene di attenzioni. Era e, talvolta è, un onore essere controllata.
Il corpo è strumento su cui poter proiettare la propria vita, ciò che è il destino desiderato viene tramutato in abito, si ha quindi un'illusione di controllo della vita.

L'ideale del corpo Esso cambia nel tempo. Nella preistoria l'ideale del corpo era abbondante, poiché era simbolo di fertilità, sopravvivenza e speranza di figli. Nell'antico Egitto l'ideale era quello di bellezza eterna,si pensava che se il corpo si fosse putrefatto sarebbe andato all'inferno. Nell'antica Grecia vigeva quello dell'eroe, uomo dal fisico perfetto,  e per la donna la dea, donna mediterranea o etrusca, una donna libera e con valore economico e politico.





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