Un breve excursus sull’uso del verde
L’interpretazione dei colori non
è univoca in tutte le culture, essi infatti possono avere significati simili,
uguali o opposti. Appunto la percezione dei colori cambia di popolo in popolo
per il risultato di background culturalmente diversi.
Il verde nell’immaginario comune
si presenta con una certa omogeneità interpretativa anche in culture diverse.
In antico l’uso di questo colore non era definito: si attribuiva genericamente
a tutto ciò che connotava il mondo della natura e della vegetazione. Il verde
accesso indicava la fertilità, l’abbondanza, vigore fisico, nutrimento e
rinascita; le tonalità spente riportavano invece marcescenza, deperimento,
corruzione.
Nell’antico Egitto il verde era il colore del dio Osiride, in ambito
greco-romano suddetto colore rivestiva la dea Afrodite/Venere simboleggiando si
la primavera ma anche la sua eterna verginità. I pensatori cristiani non si
allontano da questi significati, ma col II Concilio di Nicea si stabilisce che il verde vada considerato
come “segno” della verginità di Maria, e con Papa Innocenzo III acquisisce una
codificazione simbolica più strutturata. In ambito profano, fra Tre e
Quattrocento il verde assume decise tonalità maschili: insieme al rosso era il
colore più utilizzato tra i giovani guerrieri evocando la forza e la virilità
della gioventù. In araldica è il colore della giovinezza, dell’amore casto, del
maggio, della primavera, della bellezza ma anche dell’ingenuità.
Sara De Mizio
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